E’ il panorama che accoglie con stupore il visitatore che giunga all’estrema punta Nord del Golfo di Napoli, su una fertile collina che emerge dal mare. E’ un panorama straordinario, che si estende su tutto il celebre golfo partenopeo, da Procida a Ischia, da Capri al Vesuvio. Siamo a Monte di Procida, un luogo semplice e antico, ma che saprà offrirci emozioni profonde e inaspettate.
A fine ‘800 si accentuò l’immigrazione procidana sul Monte, dovuta anche alla decadenza della marina mercantile procidana che costrinse gli isolani a trovare altrove sbocchi di lavoro. Di conseguenza si ebbe la crescita della popolazione Montese che costrinse gli abitanti del luogo a trovare fuori altre possibilità di guadagno; in primo luogo l’emigrazione verso l’America e l’Algeria, e poi l’imbarco sugli ultimi favolosi velieri procidani che scendevano fino alla Terra del Fuoco.
Ciò rese forte il desiderio di avere una propria autonomia che fu riconosciuta con il decreto di Vittorio Emanuele III, che, il 27 gennaio del 1907, dichiarò Monte di Procida comune a sé.
Uno dei luoghi più frequentati della zona è Torregaveta, con la sua suggestiva spiaggia rivolta verso ponente e l’isola di Ischia. Qui si è soliti ammirare splendidi tramonti e passeggiare sul molo ad ogni ora, per godersi la brezza marina e gustare un aperitivo, o mangiare di fronte al mare in uno dei tanti locali di cui la località è popolata.
E’ questa una terra di forti tradizioni ed è naturale che sia molto sentita la componente religiosa. In effetti poche contrade d’Italia possono vantare una religiosità arcaica così profonda e suggestiva come quella della regione flegrea.
Qui, fin dalla preistoria, fu localizzata l’oltretomba, di cui la collina montese costituiva l’Eden, riservato alle anime beate. Qui Giove sconfisse Titani e Giganti; qui Enea, accompagnato dalla Sibilla Cumana, venne a trovare l’ombra del padre Anchise; qui Plutone ebbe il suo regno sotterraneo, Cerere ebbe un particolare culto e la figlia Proserpina fu fatta sposa da Plutone. E proprio nella frazione di Cappella si può ancora visitare una necropoli dove erano sepolti i militari romani.
E’ quindi naturale che, soprattutto nei mesi estivi, che in un luogo di tali tradizioni si assista ad un proliferare di feste e sagre popolari, che culminano, il 15 agosto, nella processione della Santissima Assunta in Cielo, patrona del paese, che dal lontano 1816 fa esplodere la cittadina, che si riversa per le strade come un fiume in piena per seguirla, visitando tutti i quartieri e le chiese del territorio.
Regia: Gigi Oliviero (gigi.oliviero3@gmail.com)
Consulenza: Ciro Scamardella
Visita il sito: www.gigioliviero.it